Strategie ricostruttive dei tumori della palpebra e delle labbra

M. Greco, A. Greto Ciriaco, P. Garieri, L. S. Curto, T. Vitagliano
Cattedra ed U.O. Chirurgia Ricostruttiva Università "Magna Graecia di Catanzaro.

Background:  I tumori cutanei rappresentano le neoplasie più frequenti in assoluto. La localizzazione più comune si ha nelle regioni fotoesposte come gli arti superiori, quelli inferiori ma soprattutto il volto. In quest'ultima regione anatomica le neoplasie cutanee sono immediatamente evidenziabili, possono determinare quadri destruenti e di difficile trattamento. Le problematiche chirurgiche derivanti dalle neoformazioni in oggetto non dipendono solo dalla necessità di gesti chirurgici tali da garantire la radicalità oncologica, ma dall'esigenza di assicurare una chiusura dell'area trattata, tentando di mantenere funzionalità ed euritmia del volto.

Obiettivi: Scopo di questo lavoro è la descrizione delle principali tecniche di ricostruzione labiale e palpebrale in pazienti affetti da neoplasie cutanee interessanti le suddette aree. Verranno, così, descritte diverse tecniche, a partire da quelle di più semplice applicazione sino ad arrivare a quelle maggiormente elaborate.

Metodi: Nella ricostruzione labiale gli scenari possono essere molteplici e dipendenti dalle dimensioni del gap d'origine. Si passa, infatti, dalla possibilità di chiudere la breccia per prima intenzione mediante accostamento dei margini, sino a ricostruzioni più elaborate come il lembo Abbe, Estlander, Karapandzic, Webster o Fujimori. La tipologia di ricostruzione dipende sempre dalle dimensioni della neoformazione e dalla sua localizzazione. 
La ricostruzione palpebrale viene effettuata mediante l'ausilio di lembi di rotazione e di avanzamento o mediante innesti cutanei o mucocutanei. Molto spesso le due tecniche vengono effettuate contemporanemante andando a ricostruire la palpebra mediante lembo ed innesto di mucosa. Anche per la palpebra le tecniche sono svariate e presentano diversi gradi di difficoltà in base all'estensione del gap e all'area da ricostruire.
A volte può essere necessario procedere a delle tecniche di revisione cicatriziale o dell'area trattata. Tra le più recenti il trapianto di tessuto adiposo.

Risultati: Tutti i casi trattati hanno presentato un risultato estetico e funzionale accettabile. Fondamentale è stata la valutazione della sensibilità e della competenza orale per le neoplasie labiali; per le neoplasie palpebrali si è valutata la mobilità palpebrale in assenza di lagoftalmo.

Conclusioni: La ricostruzione labiale e palpebrale rappresenta ancora oggi un campo di difficile applicazione per il chirurgo ricostruttivo.
Le tecniche sino a oggi conosciute sono molteplici, ed il risultato estetico e funzionale dipende spesso dalla scelta delle stesse; non esiste infatti una tecnica ricostruttiva ideale per tutti i casi.


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