La dermatite seborroica e le sue varianti

Angela Maria Ferraris

La dermatite seborroica che abitualmente costituisce il 3-15% di tutte le richieste dermatologiche, presenta una incidenza assai variabile a seconda delle diverse categorie colpite da questa frequente ed ubiquitaria patologia. Può infatti essere riscontrata tra l’1-3% nella popolazione in generale, tra il 3-5% nei giovani adulti, tra il 10-20% nei soggetti sieropositivi HIV, alcolisti cronici, pazienti neuropsichiatrici, sino al 40% in corso di carcinomi del tratto digestivo superiore e addirittura all'80% nei soggetti con AIDS conclamata.
La sua clinica, pur molto variabile a seconda delle diverse età di comparsa e di localizzazione, e notevolmente condizionata dalle patologie di base "mutanti o determinanti" come pure da una molteplice serie di altri fattori è però essenzialmente riconducibile ad una stessa "patologia seborroica" di base che costituisce quindi il denominatore comune dei più disparati quadri clinico-evolutivi che si possono presentare all'osservazione quotidiana del Dermatologo. 
Pertanto in taluni casi può anche assumere il ruolo d’una vera e propria spia di sottostanti o concomitanti patologie sistemiche o comunque di alterazioni generali.
Soprattutto in tali evenienze possono verificarsi difficili problemi di diagnostica differenziale, tali da richiedere ripetute osservazioni distanziate nel tempo, esami di laboratorio ed in casi particolarmente dubbi, anche accertamenti istopatologici.
La terapia, in base alle poche certezze patogenetiche illustrate, ed in considerazione di quanto sopra esposto, deve perciò in molti casi andare oltre alla sola terapia topica nell’intento di eliminare, per quanto possibile, le patologie internistiche determinanti o condizionanti. 
Senza comunque sottovalutare in tutti i casi l'innegabile impatto psicologico negativo che quasi sempre accompagna la dermatite seborroica.

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