La Cheratosi attinica e il Campo di Cancerizzazione
G. Filosa, A. Filosa, L. Bugatti
U.O. Dermatologia Ospedale Carlo Urbani ASL 5 Jesi
U.O. Anatomia Patologica ASL9 Macerata
I NMSC sono i tumori cutanei piu’ frequenti nella popolazione americana, la cui incidenza è segnalata in continuo aumento anche in Europa.
La Cheratosi attinica(AK) ne rappresenta l’espressione piu’ frequente nei soggetti anziani. Si presenta come lesione papulosa, ispessita, con superficie ricoperta da squame aderenti e di colorito bruno-rossastro, di consistenza lievemente aumentata, accompagnata da lieve sintomatologia pruriginosa.
Istologicamente viene considerata come una neoformazione maligna intraepidermica caratterizzata da cheratinociti atipici.
La sua prevalenza viene calcolata con un valore del 15% negli uomini e circa il 6% nelle donne.
Le radiazioni ultraviolette rappresentano la causa piu’ importante per la sua insorgenza, infatti la AK interessa le aree fotoesposte di persone con cute chiara, di età avanzata e con storia di prolungate esposizioni solari.
Attualmente molti AA. ancora discutono se piu’ che una lesione precancerosa debba piuttosto considerarsi un carcinoma in situ, vista la sua potenziale progressione verso un Ca. spino cellulare invasivo e a volte la coesistenza con lo stesso spinalioma nel medesimo preparato istologico.
La Cheratosi attinica,infatti, ha una potenzialità di trasformazione in SCC invasivo in circa il 15% dei casi, percentuale che sale al 40% se consideriamo i soggetti immunocompromessi.
Per campo di cancerizazione si intende la presenza, in un determinato distretto cutaneo, di lesioni”precancerose” dove cellule “alterate” geneticamente, ma istologicamente senza atipia,precedono lo sviluppo di una neoplasia o si affiancano a cellule maligne già presenti, rappresentando un fattore di rischio persistente per lo sviluppo di ulteriori neoplasie. Tale situazione ha attirato recentemente l’attenzione di specialisti e non solo dermatologi, che cercano di rispondere al quesito se le variazioni fenotipiche e genetiche sono legate al concetto di “field cancerization epiteliale”.
L’identificazione ed la terapia di tale “Area di trattamento” può aiutare a prevenire la comparsa di nuovi carcinomi.
U.O. Dermatologia Ospedale Carlo Urbani ASL 5 Jesi
U.O. Anatomia Patologica ASL9 Macerata
I NMSC sono i tumori cutanei piu’ frequenti nella popolazione americana, la cui incidenza è segnalata in continuo aumento anche in Europa.
La Cheratosi attinica(AK) ne rappresenta l’espressione piu’ frequente nei soggetti anziani. Si presenta come lesione papulosa, ispessita, con superficie ricoperta da squame aderenti e di colorito bruno-rossastro, di consistenza lievemente aumentata, accompagnata da lieve sintomatologia pruriginosa.
Istologicamente viene considerata come una neoformazione maligna intraepidermica caratterizzata da cheratinociti atipici.
La sua prevalenza viene calcolata con un valore del 15% negli uomini e circa il 6% nelle donne.
Le radiazioni ultraviolette rappresentano la causa piu’ importante per la sua insorgenza, infatti la AK interessa le aree fotoesposte di persone con cute chiara, di età avanzata e con storia di prolungate esposizioni solari.
Attualmente molti AA. ancora discutono se piu’ che una lesione precancerosa debba piuttosto considerarsi un carcinoma in situ, vista la sua potenziale progressione verso un Ca. spino cellulare invasivo e a volte la coesistenza con lo stesso spinalioma nel medesimo preparato istologico.
La Cheratosi attinica,infatti, ha una potenzialità di trasformazione in SCC invasivo in circa il 15% dei casi, percentuale che sale al 40% se consideriamo i soggetti immunocompromessi.
Per campo di cancerizazione si intende la presenza, in un determinato distretto cutaneo, di lesioni”precancerose” dove cellule “alterate” geneticamente, ma istologicamente senza atipia,precedono lo sviluppo di una neoplasia o si affiancano a cellule maligne già presenti, rappresentando un fattore di rischio persistente per lo sviluppo di ulteriori neoplasie. Tale situazione ha attirato recentemente l’attenzione di specialisti e non solo dermatologi, che cercano di rispondere al quesito se le variazioni fenotipiche e genetiche sono legate al concetto di “field cancerization epiteliale”.
L’identificazione ed la terapia di tale “Area di trattamento” può aiutare a prevenire la comparsa di nuovi carcinomi.
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