CALAZIOSI

Zagni Giovanni Fabio, Di Prima Tiziana*  Gasparri Ottavio
Dermatologo ambulatoriale, Catania *Funzionario tecnico medico, Università di Catania


INTRODUZIONE
Il calazio unitamente all'orzaiolo, rappresenta nei bambini una delle più frequenti lesioni acquisite della palpebra. Negli adulti i calazi
rientrano il più delle volte nel quadro clinico delle meibomiti croniche associate ad alcune affezioni dermatologiche quali la dermatite
seborroica e l'acne rosacea. Prendiamo spunto da un caso clinico giunto alla nostra osservazione per ricordare che questa comune
affezione può essere gestita nell'ambito delle competenze dermatologiche.



CASO CLINICO
BF, maschio di 18 mesi d'età, giunge alla nostra osservazione nel mese di gennaio 01. Da 2 mesi circa presenta delle lesioni
eritemato nodulari localizzate bilateralmente nella regione superiore ed inferiore del margine palpebrale, diagnosticate dalla
oculista come calaziosi, e trattate, senza alcun giovamento, con cefalosporina per os, FANS, e antibioticoterapia topica. Al
termine della terapia l'obiettività è quella riportata nelle foto 1 e 2.


Foto 1: Osx, noduli ricoperti da cute eritematosa localizzati in corrispondenza della palpebra inferiore.
Si associa edema palpebrale.
Foto 2: O dx, piccole lesioni eritemato-nodulari localizzate rispettivamente sul margine palpebrale superiore ed inferiore.
Gli esami ematochimici di routine eseguiti rientrano nella norma tranne il valore di ferritina al di sotto del range di normalità
(8 ng/ml) ed una lieve ipogammaglobulinemia (8,2 % su 7,2 g/dl di proteine totali). Normali i valori di IgE totali (44 IU/ml). Dal
tampone congiuntivale viene isolato lo Stafilococco aureo. L'esame parassitologico delle feci evidenzia la presenza della Giardia
Lamblia. Consigliamo di eseguire solo degli impacchi caldi più volte al giorno ottenendo un notevole miglioramento del quadro
clinico dopo appena tre settimane (foto 3-4).


DISCUSSIONE E CONCLUSIONI
Le palpebre contengono alcune strutture annessiali particolari: le ciglia con annesse le ghiandole di Zeiss (gh. sebacee); le
ghiandole di Moll,sudoripare modificate, e le ghiandole di Meibomio. Queste sono ghiandole sebacee olocrine inserite profondamente
nel piatto tarsale e completamente indipendenti dai follicoli delle ciglia. Sono presenti in un numero variabile da 20 a 30 sulla
palpebra superiore e da 10 a 20 in quella inferiore e producono un materiale lipidico normale costituente del film lacrimale.

Qualora si verifichi l'ostruzione del dotto escretore o quando una primitiva infezione batterica (orzaiolo interno) ne provochi la rottura,
il rilascio del materiale lipidico nei tessuti circostanti produce una reazione da corpo estraneo costituita da istiociti, cellule giganti
multinucleate, plasmacellule, eosinofili, linfociti e leucociti polimorfonucleati. Si costituisce così il calazio, un lipogranuloma che si
sviluppa attorno alle ghiandole di Meibomio. La diagnosi differenziale principale va posta con l'orzaiolo, infezione batterica a carico
del bulbo pilifero e/o delle ghiandole di Zeiss (orzaiolo esterno) o delle ghiandole di Meibomio (orzaiolo interno), il più delle volte
sostenuta dallo Staphylococcus aureus.

L' affezione si risolve in 5-7 giorni con il drenaggio spontaneo dell'ascesso (1). Si differenzia inoltre dalla Cellulite presettale, che si
manifesta con eritema ed edema palpebrale, per la mancanza di febbre e leucocitosi (2). L'evoluzione del calazio è condizionata dalla
possibilità della ghiandola di svuotarsi, se ciò avviene, può guarire spontaneamente; l' applicazione ripetuta nel corso della giornata
di impacchi caldi agevola questo processo. Se si associa una blefarite significativa, può essere utile un antibioticoterapia topica.
Quando il trattamento conservativo fallisce si ricorre all' infiltrazione di 0.05-0.2 ml di Triamcinolone 5 mg/dL, che determina la
guarigione delle lesioni entro 1 o 2 settimane, questo approccio terapeutico si è dimostrato più efficace rispetto al solo trattamento
conservativo (3.).

In ultimo si può ricorrere al curettage transcongiuntivale del granuloma. Qualunque sia la scelta terapeutica è bene tenere presente
che la presenza di calazi a livello della palpebra superiore può determinare un transitorio appiattimento della porzione centrale della
cornea con conseguente diminuzione del visus, peraltro reversibile a seguito della guarigione (4). I soggetti affetti da calaziosi vanno
educati ad una accurata e giornaliera detersione della rima palpebrale per la possibilità che il fenomeno si ripresenti; oltre a questo
provvedimento di base, deve essere messo in opera quanto necessario per la terapia della patologia di fondo (Dermatite seborroica,
rosacea) quando presente.


Bibliografia
1) Lederman C, Miller M Hordeola and Chalazia. Pediatrics in Review, vol 20, n8, 1999.
2) Hurst J W: Medicina Clinica per il medico pratico. Masson Ed, Milano, 1991, 1945-48.
3) Garrett GW, Gillespie ME, Mannix BC. Adrenocorticosteroid injection vs conservative therapy in the treatment of chalazia. Ann
Ophthalmol, 20(5):196-8, 1988
4) Santa Cruz CS, Culotta T, Cohen EJ, Rapuano CJ: Chalazion-induced hyperopia as a cause of decreased vision. Ophthalmic Surg
Laser , Aug; 28(8): 683-4, 1997
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