Efficacia di Remargin Colostrum crema e Remargin Colostrum gel nel miglioramento dell’aspetto e sintomatologia delle cicatrici secondarie ad intervento dermochirurgico

Autori 

  • Linda Lazzeri, U.O. Dermatologia Ospedale di Livorno - lazzeri.linda@gmail.com, 3289080211 
  • Giovanni Bagnoni, Direttore U.O. Dermatologia Livorno e Massa Carrara - giovanni.bagnoni@gmail.com, 3404129162

Abstract

La prevenzione ed il trattamento precoce delle cicatrici patologiche quali cicatrici ipertrofiche e cheloidi è estremamente importante, dal momento che queste possono avere rilevanti conseguenze a livello funzionale, estetico e psicologico. Allo scopo di valutare l’effetto dei prodotti Remargin Colostrum gel e Remargin Colostrum crema sul processo di cicatrizzazione secondario ad interventi di dermochirurgia sono stati arruolati 90 pazienti afferenti all’ambulatorio biopsie del reparto di Dermatologia dell’Ospedale di Livorno, sottoposti a intervento di asportazione chirurgica di lesioni cutanee sospette. Di questi pazienti, 30 avevano ricevuto al momento dell’escissione chirurgica un campione di Remargin Colostrum gel e 30 un campione di Remargin Colostrum crema, con il consiglio di applicare il prodotto quotidianamente dalla desutura per i successivi 3 mesi. I restanti 30 pazienti sono stati selezionati retrospettivamente fra coloro che non avevano applicato alcun prodotto. A distanza di circa 4 mesi dall’intervento i pazienti sono stati contattati telefonicamente per una valutazione delle ferite tramite Patient Scar Assessment Scale (PSAS). Remargin Colostrum crema e Remargin Colostrum gel si sono dimostrati ben tollerati dalla maggior parte dei pazienti ed il punteggio PSAS dei pazienti del gruppo trattamento, sia con gel che con crema, si è dimostrato significativamente inferiore rispetto al gruppo controllo in termini di prurito, spessore, colore, rigidità e irregolarità.
L’utilizzo di Remargin Colostrum crema e Remargin Colostrum gel nei 3 mesi successivi all’intervento chirurgico ha dimostrato di migliorare il processo di cicatrizzazione, riducendo il rischio di formazione di cicatrici patologiche ed aumentando la soddisfazione del paziente.

 

Introduzione

Nonostante i processi di cicatrizzazione rappresentino la naturale risposta del corpo alle ferite, le cicatrici possono creare numerosi eventi avversi, di natura cosmetica, funzionale e strutturale. Possono infatti compromettere l’estetica di un volto o del corpo, ostacolare i movimenti, provocare dolore e alterazioni della postura. Le cicatrici inoltre possono avere un impatto drammatico sulla psiche, e possono associarsi ad ansia, evitamento sociale e depressione (1).
Il processo di cicatrizzazione fisiologica si caratterizza per il susseguirsi delle fasi infiammatoria, proliferativa e di rimodellamento; l’alterazione di ciascuna di queste fasi può risultare in una cicatrizzazione aberrante, con formazione di cicatrici ipertrofiche e cheloidi (2), il cui trattamento rappresenta una sfida per il medico. Infatti, nonostante nel corso degli ultimi anni le cicatrici patologiche siano state al centro di numerose ricerche volte a trovare un trattamento medico o chirurgico in grado di garantire risultati soddisfacenti in termini di funzionalità ed estetica, la prevenzione sembra attualmente la strategia più efficace.



Materiali e Metodi:

Nel periodo compreso fra Giugno e Luglio 2021, presso l’ambulatorio Biopsie del reparto di Dermatologia dell’Ospedale di Livorno, sono stati distribuiti ai pazienti sottoposti a biopsia incisionale, alcuni campioni rispettivamente di Remargin Colostrum gel e Remargin Colostrum crema, con l’invito ad applicare tali prodotti sulla ferita a partire dal giorno della desutura per i 3 mesi successivi. Le ferite chirurgiche in questione erano il risultato di biopsie incisionali eseguite con punch da 4 o 8 mm, chiuse con sutura a punti staccati con filo non riassorbibile monofilamento. La desutura era stata effettuata a distanza di 14-21 giorni dall’intervento a seconda della sede dell’asportazione. Nei mesi di Settembre e Ottobre 2021 sono stati retrospettivamente arruolati 30 pazienti a cui era stato consegnato il campione di Remargin Colostrum crema (gruppo C), 30 pazienti a cui era stato consegnato il campione di Remargin Colostrum gel (gruppo G) e 30 pazienti che non avevano applicato alcun tipo di cicatrizzante come gruppo di controllo (gruppo N). Tali pazienti sono invitati telefonicamente a valutare la qualità della loro cicatrice tramite il Patient Scar Assessment Scale (PSAS).
La scala PSAS esamina 6 elementi: dolore, prurito, colore, rigidità, spessore e irregolarità superficiali. Ciascun elemento viene valutato con una scala numerica su 10 punti, in cui 1 indica la cute normale e 10 indica la peggior situazione immaginabile in termini di estetica o di sintomatologia. Il punteggio totale è compreso fra 6 e 60 punti. La scala PSAS offre il vantaggio di valutare diversi parametri relativi all’aspetto clinico e alla sintomatologia delle cicatrici, nell’ottica del paziente. Laddove possibile tale scala andrebbe associata ad una valutazione clinica da parte del medico tramite scala OSAS (Observer Scar Assessment Scale), tuttavia a causa della necessità di limitare gli accessi ospedalieri nel corso della pandemia COVID è stato deciso di effettuare una valutazione solamente telefonica delle cicatrici tramite scala PSAS.
Per l’analisi statistica è stata effettuata una analisi della varianza per confrontare i punteggi di ciascun parametro PSAS fra i due gruppi di trattamento e il gruppo di controllo.


Risultati

L’età media dei pazienti è 51,5 anni (range 16-88)± 22,2 per il gruppo C, 48,6 (range 19-78) ± 17,5 per il gruppo G e 53,9 anni (range 22-80) ± 16,9.
Il rapporto Femmine/Maschi nel gruppo C è 19/11, nel gruppo G 13/17, mentre per il gruppo N risulta 12/18.
Tutti i pazienti arruolati in entrambi i gruppi sono caucasici; non sono dunque presenti possibili fattori confondenti relativi alla maggior propensione di alcune etnie a sviluppare cicatrici distrofiche. Le cicatrici dei pazienti del gruppo C sono localizzate per il 43% al tronco, 30% agli arti inferiori e 27% agli arti superiori. Per i pazienti del gruppo G invece le cicatrici sono localizzate al tronco nel 53% dei casi, agli arti inferiori nel 32% e agli arti superiori nel 15%. Infine per i pazienti del gruppo N invece le cicatrici si localizzano al tronco nel 48% dei casi, agli arti inferiori nel 31% e agli arti superiori nel 21%.
Per quanto riguarda lo sviluppo delle cicatrici patologiche, nel gruppo N si sono riscontrate due cicatrici ipertrofiche, mentre nessuna cicatrice patologica si è osservata nei gruppi C e G. Per quanto riguarda la valutazione delle cicatrici da parte del paziente tramite la scala PSAS, i pazienti del gruppo C e G hanno mostrato risultati maggiormente soddisfacenti rispetto al gruppo di controllo in termini di colore, rigidità, prurito, spessore e irregolarità di superficie (p<0,05) (Tabella 1 e Grafico 1).


Discussione

La guarigione delle ferite è un processo complesso, che comprende diverse fasi: emostasi, infiammazione, proliferazione, riepitelizzazione e rimodellamento (3). Dopo la formazione della ferita l’emostasi viene scatenata dalla cascata della coagulazione. In seguito il tessuto danneggiato, insieme alle piastrine attivate, innesca la risposta infiammatoria reclutando neutrofili e macrofagi. Al recedere dell’infiammazione si osserva la formazione di nuovi vasi sanguigni e tessuto connettivo, che contrassegna l’inizio della fase proliferativa, nella quale la ferita va incontro a contrazione. In seguito avviene la riepitelizzazione per mezzo della migrazione dei cheratinociti, ed infine la fase di rimodellamento, contraddistinta dall’ inizio della maturazione tissutale, con la regressione della neovascolarizzazione e una concomitante ricostituzione della matrice extra cellulare. Ciascuna fase della riparazione tissutale richiede una complessa regolazione di molteplici popolazioni cellulari. L’alterazione di ciascuno di questi processi può portare ad una anomalia della cicatrizzazione, dalla mancata guarigione della ferita fino alla formazione di cicatrici patologiche. Nel caso delle ferite chirurgiche è importante considerare che al momento della desutura, malgrado l’epidermide sia rigenerata e la ferita chiusa, il processo di maturazione della matrice del derma è ancora in corso, e a livello del derma reticolare è ancora presente infiammazione tissutale. Alcuni autori (4,5) hanno dimostrato che, il mancato recedere dell’infiammazione ed il suo protrarsi nel tempo è fra le principali cause di formazione di cicatrici patologiche, come suggerito dall’ aumentata concentrazione citochine proinfiammatorie quali IL-1α, IL-1β, IL-6 e TNF alfa, riscontrata nel tessuto dei cheloidi (6,7).
Il colostro è un liquido sieroso, giallastro, ricco di proteine, secreto dalle ghiandole mammarie durante la gravidanza e nei primi giorni successivi al parto, ricco di peptidi antimicrobici che forniscono immunità passiva per proteggere il neonato dalle infezioni. Una delle sostanze bioattive contenute dal colostro è la lattoferrina (LF), una glicoproteina monomerica dotata di proprietà battericide, batteriostatiche, antivirali, antifungine, antiparassitarie, antiossidanti e immunomodulanti. In particolar modo alcuni studi clinici hanno dimostrato la capacità della LF di ridurre la produzione di interleuchina 6 (IL-6) e tumor necrosis factor alfa (TNF alfa) nelle colture cellulari (8). La LF potrebbe dunque contribuire al miglioramento delle cicatrici riducendo i livelli di tali citochine proinfiammatorie, e quindi limitando l’infiammazione del derma. Inoltre l’azione antibatterica esercitata dalla LF e da numerose altre componenti del colostro (immunoglobuline, lattoperossidasi, lisozima, peptidi ricchi di prolina), impedendo la sovrainfezione delle ferite chirurgiche, garantisce un minor rischio di prolungata infiammazione del tessuto cicatriziale. Il colostro contiene inoltre elevate concentrazioni di fattori di crescita (GF), quali EGF (Epidermal GF), FGF-1, FGF-2 (Fibroblast GF), IGF-1 e IGF-2 (Insulin-like GF), TGF-β1, TGF-β2 (Transforming GF), e PDGF (Platelet-derived GF). Tali fattori di crescita hanno un importante ruolo nella rigenerazione tissutale. In particolar modo EGF è in grado di stimolare l’epitelio, e, insieme a IGF-1, sembra contribuire significativamente al microambiente precoce e tardivo della ferita. FGF invece sembra svolgere un ruolo prevalentemente nella fase iniziale della riparazione tissutale (9). Tuttavia è il pathway TGF-beta/Smad a rivestire una particolare importanza per quello che riguarda le cicatrici patologiche. Una disregolazione del segnale TGF-beta/Smad può portare infatti a una sintesi e deposizione aberrante di collagene, a una alterazione nella proporzione di collagene I/III e alla formazione di fasci di fibre collagene abnormalmente cross linkati. Il TGF-beta è determinante nel produrre il fenotipo dei miofibroblasti che sono responsabili della massiva deposizione di collagene e la contrazione della ferita (10). Al momento non è noto quale possa essere l’effetto di un aumento di TGF esogeno sul pathway TGF-beta/Smad nel microambiente della ferita. Alcuni studi tuttavia suggeriscono che il TGF-beta, insieme a PDGF, possa contribuire al passaggio alla fase proliferativa della riparazione tissutale, riducendo la durata della fase infiammatoria (11).
Un altro meccanismo attraverso cui il colostro bovino potrebbe contribuire al miglioramento dell’aspetto delle ferite chirurgiche è attraverso la sua azione antiossidante (12). Tale proprietà del colostro è dovuta a diverse molecole in esso contenute, in particolar modo la lattoferrina, in grado di inibire la propagazione di radicali idrossilici attraverso la sua azione chelante gli ioni liberi del ferro e del rame (13), e alla beta lattoglobulina, dalla cui idrolisi sono stati identificati numerosi peptidi antiossidanti (14). Lo stress ossidativo, è associato a un cambiamento del comportamento del cross-linking del collagene, con la formazione di cross-links piridinolinici anziché allisinici (15). Tale aumento dei cross-links della piridinolina si osserva anche a livello del collagene dei tessuti ipertrofici, suggerendo quindi una relazione fra questo aspetto e lo stress ossidativo.
Un ultimo aspetto da considerare riguarda le componenti che costituiscono il veicolo del colostro, nei due prodotti testati, costituito da un pool di sostanze intensamente idratanti. L’idratazione infatti è in grado di contrastare l’incremento di perdita d’acqua transepidermica (TEWL) osservata nelle cicatrici, e potenzialmente inibire l’azione fibrogenica dei fibroblasti (16). L’acido ialuronico, contenuto nel Remargin Colostrum Gel, oltre ad essere noto per la sua capacità di promuovere la riparazione tissutale (17), è un eccellente umettante, in grado di richiamare acqua dal derma allo strato corneo, favorendone l’idratazione. Il burro di karitè e l’olio di macadamia contenute in Remargin Colostrum crema sono invece in grado di ridurre la TEWL esercitando un effetto occlusivo.


Conclusioni

La cicatrizzazione patologica o comunque non soddisfacente da un punto di vista estetico-funzionale è un problema relativamente frequente a seguito di interventi dermochirurgici. Poiché le cicatrici non possono mai essere del tutto eliminate, è di fondamentale importanza cercare di prevenire le problematiche di cicatrizzazione per migliorarne la qualità e ridurre i sintomi lamentati dai pazienti. Per questo motivo recentemente numerosi studi sono stati finalizzati alla ricerca di strategie e trattamenti in grado di assistere e migliorare il processo di guarigione, aiutando a prevenire la formazione di cicatrici patologiche.
I risultati del nostro studio sembrano dimostrano come l’applicazione di Remargin Colostrum Crema e Remargin Colostrum Gel per i 3 mesi successivi all’intervento chirurgico sia in grado di migliorare sensibilmente l’aspetto clinico e la sintomatologia delle cicatrici, soprattutto le caratteristiche studiate dal questionario PSAS, con un miglioramento statisticamente significativo di prurito, colore, spessore, rigidità e irregolarità di superficie percepite dal paziente, con un ottimo profilo di tollerabilità.


Tabella 1
Punteggi medi per ciascun parametro della scala PSAS in ciascun gruppo a 3 mesi dalla desutura.

Caratteristiche PSAS Gruppo C Gruppo G Gruppo N
Dolore 1,22 ± 0,58 1,21 ± 0,43 1,29 ± 0,72
Prurito 1,36 ± 0,49 1,43 ± 0,64 2,21 ± 0,81
Colore 3,07 ± 1,15 3,14 ± 1,22 4,14 ± 0,80
Spessore 2,28 ± 0,89 2,50 ± 1,01 3,28 ± 1,21
Rigidità 1,86 ± 1,20 2,01 ± 1,23 2,57 ± 1,45
Irregolarità di superficie 2,43 ± 1,21 2,50 ± 1,23 3,57 ± 1,45

Grafico 1

Bibliografia

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