La malattia da Hiv/Aids e il dermatologo: attualità
Ancora oggi, dopo trent'anni dall'insorgenza della infezione da HIV, lo Specialista Dermatologo è fortemente coinvolto nelle problematiche clinico-scientifiche e gestionali della malattia da HIV-AIDS e alle relative espressioni morfologiche cutaneo-mucose, con una particolare predilezione per quelle del cavo orale.
Tale entità resta quindi un grande problema individuale e collettivo, anzi una vera emergenza sanitaria socio-politica ed economica, in molti Paesi del Mondo.
La malattia da HIV, nel corso della sua breve storia epidemiologico-clinica, ha certamente subito profonde modificazioni in rapporto a vari fattori, e comunque è stata progressivamente e favorevolmente influenzata dalle sempre più efficaci ed innovative terapie antiretrovirali e da una serie di altri presidi ed interventi.
La terapia HAART, introdotta nel 1996, mediante il controllo della replicazione virale, è stata in grado di ritardare e ridurre l'immunocompromissione, e quindi ha rallentato notevolmente l'evoluzione della malattia, ma non l'ha definitivamente risolta.
In particolare si è ottenuta finora una prognosi meno sfavorevole, con una minor incidenza di patologie opportunistiche e di conseguenza nel complesso si è realizzata una migliore aspettativa e qualità di vita dei pazienti.
Ma il ripristino delle difese immunitarie, la cosiddetta "immunorestoration disease" e la relativa prolungata sopravvivenza dei pazienti sono a loro volta responsabili di tutta una serie di nuove patologie e di implicazioni cutaneo-mucose che, ancora una volta, costituiscono una vera e propria sfida aperta per il Clinico.
Infatti, in rapporto alle nuove e più efficaci terapie, sono state segnalate, con percentuali variabili dal 10 all'80% a seconda delle varie statistiche, importanti alterazioni metaboliche, antiestetiche modificazioni della ridistribuzione del tessuto sottocutaneo (iper,ipo-lipodistrofia), gravi reazioni da farmaci ed, in assai minor misura, anche un aumento di alcune importanti patologie neoplastiche cutanee e comunque anche una variazione nella loro tipologia ed espressione morfologico-clinica.
Questa realtà è però presente solo nei Paesi a più alto tenore socio-economico e al contrario, nella maggior parte dei paesi del mondo dove la pandemia da HIV è ancora in aumento ed ha raggiunto livelli assai elevati (Africa sub-sahariana, Sud-Est asiatico, America centro-meridionale, Europa dell'Est ecc), le espressioni dermatologiche e le relative implicazioni nella stragrande maggioranza dei pazienti sono quelle osservate e definite nella fase pre-HAART.
Tale entità resta quindi un grande problema individuale e collettivo, anzi una vera emergenza sanitaria socio-politica ed economica, in molti Paesi del Mondo.
La malattia da HIV, nel corso della sua breve storia epidemiologico-clinica, ha certamente subito profonde modificazioni in rapporto a vari fattori, e comunque è stata progressivamente e favorevolmente influenzata dalle sempre più efficaci ed innovative terapie antiretrovirali e da una serie di altri presidi ed interventi.
La terapia HAART, introdotta nel 1996, mediante il controllo della replicazione virale, è stata in grado di ritardare e ridurre l'immunocompromissione, e quindi ha rallentato notevolmente l'evoluzione della malattia, ma non l'ha definitivamente risolta.
In particolare si è ottenuta finora una prognosi meno sfavorevole, con una minor incidenza di patologie opportunistiche e di conseguenza nel complesso si è realizzata una migliore aspettativa e qualità di vita dei pazienti.
Ma il ripristino delle difese immunitarie, la cosiddetta "immunorestoration disease" e la relativa prolungata sopravvivenza dei pazienti sono a loro volta responsabili di tutta una serie di nuove patologie e di implicazioni cutaneo-mucose che, ancora una volta, costituiscono una vera e propria sfida aperta per il Clinico.
Infatti, in rapporto alle nuove e più efficaci terapie, sono state segnalate, con percentuali variabili dal 10 all'80% a seconda delle varie statistiche, importanti alterazioni metaboliche, antiestetiche modificazioni della ridistribuzione del tessuto sottocutaneo (iper,ipo-lipodistrofia), gravi reazioni da farmaci ed, in assai minor misura, anche un aumento di alcune importanti patologie neoplastiche cutanee e comunque anche una variazione nella loro tipologia ed espressione morfologico-clinica.
Questa realtà è però presente solo nei Paesi a più alto tenore socio-economico e al contrario, nella maggior parte dei paesi del mondo dove la pandemia da HIV è ancora in aumento ed ha raggiunto livelli assai elevati (Africa sub-sahariana, Sud-Est asiatico, America centro-meridionale, Europa dell'Est ecc), le espressioni dermatologiche e le relative implicazioni nella stragrande maggioranza dei pazienti sono quelle osservate e definite nella fase pre-HAART.
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