Microbiota intestinale e patologia dermatologica

Microbiota intestinale e patologia dermatologica
Dott. Antonio Pugliese
Castellaneta

Negli ultimi anni le reazioni avverse agli alimenti sono aumentate e fra queste le allergie alimentari.
Le reazioni avverse agli alimenti mediate da un meccanismo immunologico sono dette allergie alimentari e costituiscono circa il 5% di tutte le  reazioni al cibo, più frequenti nel bambino (4-7%) e in minore misura negli adulti (1-2%).

L''intolleranza  alimentare è una reazione avversa agli alimenti di tipo  non immunologica dose dipendente e riproducibile che può essere di tipo farmacologico (presenza nel cibo o liberazione nell'intestino di istamina o tiramina) o dovuta  a un difetto enzimatico genetico (deficit di lattasi, deficit glucosio 6 fosfato deidrogenasi ecc) o acquisito.
Lo stile di vita occidentale con una ridotta esposizione ai microrganismi, l'enorme uso di antibiotici, l'introduzione di cibi esotici e alimenti geneticamente modificati, l'aumento degli inquinanti ambientali e l'eccesso di igiene nelle abitazioni (la sindrome della casa malata) sono causa di questo aumentata prevalenza delle allergie.
In condizioni normali le molecole alimentari immunologicamente attive non entrano in circolo.
Tuttavia, più nei soggetti predisposti geneticamente , ma anche nel corso di patologie gastrointestinali ( dalla semplice gastrite fino alla colite ) delle di molecole alimentari, che normalmente non sono immunogene, attraversno la barriera mucosale e possono determinare una sensibilizzazione e una reazione.
Classicamente un antigene alimentare, per poter determinare una reazione, deve possedere delle caratteristiche biochimiche particolari come:

  • Capacità immunogena  al modo delle proteine e glicoproteine  con peso molecolare da 1000 a 6000 Daltons, 
  • Termostabili e resistenti ai processi digestivi chimici ed enzimatici.
  • Scarsa capacità di indurre tolleranza

Il processo di sensibilizzazione si realizza se i meccanismi di difesa immunologia locale ( GALT) e non immunologia (microbiota, secrezione acida ed enzimatica gastrica, secrezione enzimatica intestinale, enzimi pancreatici, peristalsi e filtro epatico) sono immaturi come nel bambino o deficitari nell'adulto a causa di patologie a carico dell'apparato digerente.
Bisogna tenere presente anche altri due concetti :

  1. L'infiammazione minima persistente : nei soggetti allergici anche in fase asintomatica vi è una infiammazione subclinica persistente.
  2. La marcia allergica : in genere un soggetto allergico presenta manifestazioni allergiche progressive che man mano possono coinvolgere più apparati fino a diventare sistemica . Qui la genetica e la familiarità  sono determinanti.

Le allergie alimentari sono sempre sostenute da un meccanismo immunologico e possono essere di due tipi:

  1. Allergie IgE mediate  di tipo reaginico o reazioni immediate.
  2. Allergie non mediate da IgE  di tipo non reaginico o reazioni ritardate

Le manifestazioni cliniche  delle allergie alimentari  interessano principalmente  la cute e le mucose con  quadri che  vanno dall'orticaria all'angioedema  sino all'anafilassi e la  possibile esacerbazione della dermatite atopica.
I quadri clinici cutaneo- mucosi nel corso delle manifestazioni allergiche sono simili, con lievi sfumature difficili da percepire. Solo l'anamnesi ed ragionamento clinico orientano per l'eziopatogenesi allergica , infatti l'orticaria è clinicamente uguale, ma  la genesi può essere diversa.
Altre manifestazioni gastrointestinali sono la Sindrome della bocca che brucia mediata da IgE, l'enterocolite da proteine alimentari non mediata da IgE e la gastroenterite eosinofila mista mediata e non mediata da IgE. Un esempio di stretta correlazione fra intestino e cute è rappresentato dalla dermatite erpetiforme,  malattia bollosa della pelle immuno-mediata (non IgE mediata) che   compare nei soggetti con enteropatia da glutine asintomatica.
La dimostrazione del ruolo fondamentale che il microbiota intestinale svolge sulla salute dell'ospite rappresenta il razionale che giustifica la modulazione di tale microbiota mediante trattamento probiotico. La terapia probiotica viene, infatti, utilizzata al fine di correggere squilibri presenti a livello della composizione del microbiota intestinale. Tali alterazioni possono insorgere come conseguenza di stress, terapie antibiotiche, o patologie quali diarrea, intolleranze alimentari, e artrite.
La modulazione del microbiota intestinale mediante somministrazione di probiotici può contribuire alla prevenzione di stati allergici. Trial a doppio cieco hanno mostrato come la somministrazione alle madri prima della nascita e ai neonati nei primi mesi di vita, di L. rhamnosus GG abbia significativamente ridotto l'insorgenza di eczema atopico in soggetti a rischio (Kirjavainen et al., 2002; Kalliomaki et al., 2003). I principali fattori di rischio per l'insorgenza di dermatite atopica sono di natura genetica, ma concorrono anche fattori ambientali, quali composizione del microbiota intestinale, carico microbico durante l'infanzia e processing antigenico a livello intestinale. Il trattamento con probiotici, capaci di sopprimere la produzione di citochine pro-infiammatorie e/o incrementare le citochine regolatorie IL-10 e TGF-? e le cellule Th3, si è rivelato particolarmente efficace in bambini affetti da allergia al latte di mucca e dermatite atopica mediata da IgE (Pohjavuori et al., 2004; Viljanen et al., 2005). Un ulteriore trial ha mostrato come il consumo per un mese di latti fermentati arricchiti con probiotici, sia in grado di ridurre i sintomi di rinite allergica perenne (Wang et al., 2004).  Stati allergici di tipo I sono associati alla degranulazione di mast cell successiva al cross-linking tra IgE presenti sulla superficie e antigeni allergici. La produzione di IgE è incrementata da IL-4, IL-5 e IL-3, prodotte da cellule T helper di tipo 2 (Platts-Mills, 2001). In particolare, l'IL-4 svolge un ruolo fondamentale sia
Powered by Blogger.