Update in teledermatologia: esperienza in ambito militare

S. Astorino
Capo U.O.S. Dermatologia e ms.t. del Policlinico militare di Roma “Celio”

La telemedicina in ambito militare ha avuto un forte impulso in seguito alla diffusione dell’utilizzo dei satelliti, che costituiscono un eccellente strumento per raggiungere zone disastrate, dove mancano le comuni reti di telecomunicazioni. L’implementazione della telemedicina da parte delle Forze Armate Italiane è avvenuta nel 1996 a seguito della missione in Bosnia, in applicazione degli accordi di pace di Dayton, con il progetto SHARED (Satellite Health Access for Remote Environment Demonstrator), che vedeva coinvolti il Ministero della Difesa, l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), l’Agenzia Spaziale Europea (E.S.A.) e la Telbios (joint venture tra Alenia Spazio e Istituto Scientifico San Raffaele di Milano): il 16/09/1996 veniva attivato il primo collegamento tra l’Ospedale da campo italiano, a Sarajevo, l’Ospedale San Raffaele di Milano ed il Policlinico Militare di Roma, “Celio”. Attualmente collegata al progetto di sviluppo "Soldato futuro", la telemedicina militare italiana è nata in ambito Sanità dell'Esercito e si è poi evoluta secondo criteri di interoperabilità NATO ed in senso interforze (Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri), laddove un ruolo di rilievo ha oggi la Sanità della Marina militare, sia a bordo delle navi e sia presso varie strutture centrali, tra le quali il Policlinico Militare di Roma, "stazione Capomaglia" della rete di telemedicina militare, interconnessa anche a strutture civili. A favore delle missioni militari italiane all’estero, il servizio fornisce supporto sanitario mediante due diverse modalità operative: 1) “real time” o video-conferenza: teleconsulto in tempo reale, 2) “store and forward”: le informazioni sanitarie, sia anamnestiche e sia rilevate da appropriate apparecchiature (radiologiche, elettrocardiografiche, strumenti per imaging digitale ad alta definizione come dermatoscopi, otoscopi, oftalmoscopi digitali, sistemi analitici), trasmesse al presidio sanitario di riferimento, vengono memorizzate ed esaminate da uno o più specialisti in un tempo successivo. Attualmente la qualità delle immagini trasmesse è di livello eccellente grazie all’utilizzo di canali “a banda larga”. A favore del personale militare italiano in servizio all’estero, grazie ai teleconsulti di telemedicina nei vari settori specialistici e ultraspecialistici, è stato possibile molte volte evitare sgomberi in madre patria, con consistenti vantaggi sanitari, logistici ed economici (superiori ai costi) sia per il personale interessato che per l’intera organizzazione. I nostri dati confermano dunque l’utilità e affidabilità, l’efficacia e l’efficienza della telemedicina sia in Patria, in particolari situazioni, per esigenze connesse a calamità naturali (ad esempio alluvioni e terremoti) e sia a favore delle missioni militari estere, sia navali che in situazioni campali e in territori lontani e disastrati.
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