Di Carlo A. - L'HPV: da Giuseppe Ciuffo all'oncogenesi virale

Da Giuseppe Ciuffo all'oncogenesi virale 
Aldo Di Carlo 
Istituto San Gallicano IRCCS Roma 

Nelle casistiche attuali delle MST la frequenza dei condilomi acuminati (CA) è notevolmente elevata, con una prevalenza nella casistica generale MST di circa il 35%. Si tratta di lesioni di origine virale, responsabili i genotipi HPV 6 e 11. La trasmissibilità delle lesioni e la conseguente formazione delle caratteristiche lesioni papillomatose, vennero brillantemente dimostrate un secolo fa da Ciuffo dermatologo presso l'Università di Cagliari (1907), come evidenziato da Zur Hausen, Nobel 1976, nei suoi lavori sull'HPV.  Gli aspetti clinici sono diversi, variando da forme francamente vegetanti, a lesioni papulose o maculari, con notevole tendenza per la loro fragilità alla diffusione locale e alla trasmissibilità tra partners sessuali. Il decorso dei CA è benigno e talora vi può essere una regressione spontanea, tuttavia le lesioni incidono fortemente sulla qualità della vita dei soggetti affetti. La terapia è locale e può essere varia, farmacologica, fisica o chirurgica. Il meccanismo patogenetico è oggi ben conosciuto; in pratica, i virus HPV, una volta penetrati attraverso microlesioni nell'epitelio cutaneo/mucoso si localizzano all'interno della cellula, in posizione  extracromosomica e, a mano a mano che i cheratinociti si spostano verso l'alto, inducono le cellule epiteliali a produrre le proteine necessarie all'assemblaggio di milioni di virioni (piracy) i quali vengono poi eliminati con gli ultimi strati epiteliali (ipercheratosi e paracheratosi) con possibilità di nuove infezioni.
In maniera diversa, nel caso degli HPV oncogeni il DNA virale va a integrarsi con  quello della cellula ospite; nel corso del processo di integrazione vengono perduti ampi tratti del genoma virale ed in particolare le regioni E1, E2 e L1. Il gene E2 in particolare ha l'importante funzione di bloccare la trascrizione di due oncogèni virali, E6 ed E7. Alla iperespressione di questi due geni segue un blocco delle proteine p53 e Rb (cd. guardiani del genoma), deputate alla regolazione  del ciclo cellulare. Ne conseguono alterazioni/mutazioni del genoma cellulare che, in associazione ad altri co-fattori, infettivi (es HSV2), genetici, ormonali, tossici (es fumo), possono condurre alla degenerazione neoplastica.


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